Mozzi e malattie: “noi non siamo vitelli e non dobbiamo bere latte”

Riflessioni del dott. Piero Mozzi in merito all’uso del latte vaccine e il suo stretto legame con molte malattie

 

Se torniamo indietro di qualche secolo il latte vaccino non era un alimento così tanto consumato quanto oggi. L’uso del latte si è diffuso dopo il mille novecentocinquanta quando è stata avviata la pratica della pastorizzazione e quindi si è potuto conservarlo meglio e distribuirlo più facilmente. Noi oggi consumiamo, a seconda dei Paesi di appartenenza, dai trenta alle sessanta volte più latte di quello che consumavano quattro generazioni fa i nostri. Ma prima agli inizi del secolo Novecento non era ancora possibile ed era un alimento per pochi, quelli che vivevano nelle vicinanze delle stalle e poi innanzitutto il latte era crudo, fresco di giornata perché poi avrebbe avuto una carica batterica troppo elevate quindi non sarebbe stato nemmeno tollerato dalla salute. Anche nel caso dei formaggi se ne consumavano pochissimi e c’era una commercializzazione veramente limitata ai territori limitrofi di produzione. Poi ovviamente ci sono sempre stati i ricchi nobili che si approvvigionavano grandemente anche di queste cose ma comunque il prodotto era riservato ad una piccola cerchia.
Oggi il latte che beviamo è per la maggior parte a lunga conservazione e in teoria non dovrebbe avere alcun tipo di germi. Quindi la pastorizzazione lo rende essenzialmente un alimento morto, ma soprattutto un alimento degenerato
Anche se molti medici e pediatri per tanti anni, ma alcuni ancora adesso, sostengono che un alimento tanto prezioso e quanto irrinunciabile per la salute dei bambini anche degli adulti, penso a quante donne sono state avviate al consumo di latte latticini per combattere ad esempio la perdita di calcio nelle ossa. In realtà se queste persone dalla scienza volessero analizzare in maniera scientifica i componenti del latte avrebbero forse qualche serio dubbio che il latte vaccino di oggi sia veramente un alimento giusto per l’ umanità. Al contrario questo alimento è così prezioso per i vitelli, ma noi non siamo vitelli e anche i vitelli comunque lo consumano secondo natura per un periodo molto breve molto limitato della loro vita, il periodo del maggiore accrescimento. Vi dico solo che il latte bovino contiene una percentuale di caseina pari al 5% di proteine, contro l’1,2% del latte umano. E sicuramente queste proteina giocano un ruolo forse principale nell’ insorgere delle nostre malattie. La caseina è circa l’ ottanta per cento dell’ insieme delle proteine presenti nel latte di mucca e nel latte vaccino il contenuto di casina è ottanta volte maggiore rispetto a quello umano Il vitello ha quattro stomaci e quindi ce la fa benissimo a ingerire tre mila e duecento milligrammi per litro di casellina. Un bambino un lattante invece ha uno stomaco solo ed è abbastanza delicato: può tollerare solo quaranta milligrammi per litro e di alfa casellina che è completamente diversa da quella vaccina. Tutte le malattie che per me sono da attribuire al latte, hanno un riscontro scientifico!