Secondo il nuovo rapporto “Intrappolati nei combattimenti” di Save the Children – l’Organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti – i minori coinvolti in gruppi armati attivi nella Repubblica Centrafricana sono stimati fra i 6.000 e i 10.0000. Dall’esplosione della guerra civile nel dicembre 2012, il numero di ragazze e ragazzi sotto i 18 anni reclutati dai gruppi armati nel paese africano è aumentato di 4 volte. Alcuni dei minori coinvolti sono stati rapiti o costretti ad arruolarsi, ma una parte di loro lo fa volontariamente perché è l’unico modo per sopravvivere se sei senza cibo, vestiti, non hai soldi ne protezione alcuna. Altri ancora lo fanno perché spinti da coetanei o familiari, dal desiderio di proteggere la propria comunità o da quello di vendicare un genitore o un parente stretto. Bambine e bambini a volte con meno di 8 anni, sono costretti a combattere, trasportare i rifornimenti e svolgere altri compiti in prima linea o di supporto. Sono spesso vittime di abusi fisici e mentali da parte dei miliziani e ad alcuni è stato ordinato di uccidere o commettere altre violenze. Avendo assistito o compiuto uccisioni e altri atti di estrema violenza per mesi o anche anni, i minori associati a gruppi armati hanno alte possibilità di soffrire di ansia, paura, depressione, insicurezza, dolore e molti hanno bisogno di supporto psicologico. La povertà estrema, insieme all’impossibilità di accedere ad un’istruzione per i più piccoli o a un lavoro per i più grandi, sono tra le cause che sospingono questi minori a entrare nei gruppi armati creando, nei fatti, un’enorme riserva di potenziali nuovi bambini-soldato. Due anni dopo lo scoppio della guerra civile che, si stima, abbia portato inaudite violenze, fame e sofferenze a circa 2,3 milioni di bambini, a 3 mesi dall’inizio del mandato della MINUSCA, il governo della repubblica Centrafricana, MINUSCA, le agenzie dell’ONU, con il contributo congiunto di altri paesi e donatori, debbono intensificare al massimo gli sforzi per prevenire il reclutamento di bambini in gruppi armati e liberare quelli già coinvolti. Un tempestivo ed efficace intervento deve includere un supporto psicologico specializzato per aiutare questi bambini nel recupero e nel reingresso nelle loro comunità d’origine. Mentre la situazione resta instabile in gran parte della Repubblica Centrafricana – si stimano in 430.000 le persone ad oggi sfollate nel paese – Save the Children sta fornendo aiuto psicologico specialistico a bambini associati con gruppi armati e a bambini che hanno assistito a crimini o ad altri atti di violenza, attraverso spazi a misura di bambino e network di giovani.
Il video dei bambini soldato nella Repubblica Centafricana è disponibile al seguente link:
https://www.dropbox.com/s/bvhgnlj614x3cvd/wetransfer-d4c16b.zip?dl=0?