E’ stato compiuto il primo passo per l’eliminazione dei pesticidi ed erbicidi, usati tuttora nella nostra agricoltura in modo massiccio e della plastica nel settore alimentare come di tutte le sostanze chimiche pericolose in ogni settore. Al Parlamento Europeo, il Movimento 5 Stelle ha deciso di supportare la Svezia, che ha citato in giudizio l’Unione Europea per il fallimento nell’azione contro le sostanze chimiche, presenti in prodotti che vanno dai pesticidi ai giocattoli, dai dispositivi medici ai cosmetici. La mancanza di una definizione basata su basi scientifiche solide, infatti, può dare adito a differenti interpretazioni e, quindi, a differenti classificazioni di una certa sostanza chimica dal punto di vista legale. A causa della mancata presa di posizione e dei ritardi da parte della Commissione Europea, la salute di tanti giovani continua a essere messa a rischio. La DG SANTE e l’EFSA non hanno agito a tutela della salute pubblica, tradendo pienamente il loro mandato. Gli interferenti endocrini sono sostanze chimiche che alterano la regolazione ormonale, causando effetti sul comportamento, sulla riproduzione, sull’insorgenza del cancro, su difetti congeniti e altro ancora. Gli scienziati collegano queste sostanze chimiche, presenti in molti prodotti di uso quotidiano, all’aumento delle anomalie fetali e genitali, all’incidenza crescente di alcune forme di cancro e alla sterilità. La legislazione “REACH” – che regola la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche in Unione Europea -, stabilisce che le sostanze con possibili proprietà endocrine debbano essere sottoposte a una serie di valutazioni perché ne possa essere autorizzata l’immissione sul mercato. L’obiettivo è di incoraggiare e in alcuni casi garantire la sostituzione a termine delle sostanze che destano le maggiori preoccupazioni. La legislazione che disciplina la commercializzazione dei prodotti fitosanitari, in poche parole i pesticidi e gli erbicidi, stabilisce quali sostanze attive possano essere utilizzate negli Stati membri, valutandone l’impatto sulla salute umana e sull’ambiente. Infine, il regolamento sulla messa a disposizione sul mercato e all’uso di biocidi, cioè quei prodotti usati per debellare organismi nocivi e portatori di malattie (quali insetti, ratti e topi), stabilisce che debbano essere adottati dei criteri scientifici per definire gli interferenti endocrini. La Commissione Europea è quindi stata incaricata di prendere tutte le misure necessarie a proteggere la sicurezza pubblica. Tra queste, c’era l’impegno a definire ufficialmente ciò che costituisce un effetto sul sistema endocrino e designare metodi di rilevamento chimico accettabili. Infine, era d’obbligo stilare una lista dettagliata sulle sostanze chimiche bandite nella produzione dei pesticidi. La scadenza per presentare questi criteri per garantire la protezione era il 14 dicembre 2013. Tuttavia, invece di fornire le linee guida di sicurezza, la Direzione Generale per la salute e i consumatori della Commissione europea, l’equivalente europeo del Ministero della Salute italiano ha lavorato per aggirare il divieto di usare interferenti endocrini, con la complicità delle lobby industriali e dell’EFSA (Agenzia per la Sicurezza Alimentare Europea).