I ghiacciai dell’Himalaya si stanno sciogliendo e la sua capitale soffoca in un’atmosfera tossica di particolati nocivi. Eppure il governo dell’India è uno dei pochi delle principali economie mondiali che rifiuta impegni stringenti per tagliare le emissioni alla vigilia del vertice sul clima di Parigi.”Il global warming sta cambiando il volto di un’India ancora per molti versi rurale ma alla vigilia di mutamenti epocali. Entro un decennio, quella indiana diventerà la nazione più popolosa del pianeta, superando il colosso demografico cinese. Ma lo scioglimento dei ghiacciai riduce le scorte idriche mentre sulle località costiere l’innalzamento del livello del mare e le temperature più calde stanno mettendo a rischio la vita dei villaggi di pescatori indiani.I cambiamenti climatici stanno modificando anche le abitudini agricole indiane.”I contadini hanno dovuto adattarsi a causa del declino delle risorse idriche destinate alle irrigazioni, spiega Shakil Ramsoo, ricercatore dell’Università del Kashmir. Per questo sono passati dalla coltivazione del riso, ad alto impatto idrico, a quelle dell’orticoltura perché quest’ultima richiede molta meno acqua”.Le autorità indiane, non senza ragione, argomentano che sono le nazioni sviluppate a portare le maggiori responsabilità per i cambiamenti climatici e che sollecitare le nazioni in via di sviluppo a tagliare le proprie emissioni è scorretto quanto ipocrita. Il governo di Delhi deve fare i conti con le esigenze crescenti di una popolazione di un miliardo e 250 milioni di persone, 300 milioni dei quali non hanno ancora accesso all’energia elettrica.Al vertice sul clima di Parigi l’India, terzo più significativo produttore di gas serra, proporrà di ridurre la sua intensità carbonica, l’indice che misura le emissioni di CO2 confrontandole con il Prodotto interno lordo, del 35% entro il 2030, invece di impegnarsi su un taglio assoluto delle emissioni.