Risparmiare centinaia di milioni di euro di soldi pubblici accorpando il referendum sulle trivelle con le amministrative: è un atto doveroso in tempi di crisi economica e di spending review. Per questo chiediamo un Election Day! Solo pochi mesi fa ero sulla nave Rainbow Warrior nel Canale di Sicilia. Una piattaforma petrolifera di ENI era stata occupata dagli attivisti di Greenpeace, in maniera pacifica e non violenta, per protestare contro il decreto Sblocca Italia del governo. Da allora non abbiamo mai smesso di opporci alle miopi politiche energetiche di Renzi: trasformare i nostri mari e i nostri territori in un Texas di serie B, sacrificando l’Italia al profitto dei petrolieri. Per estrarre quantitativi irrisori di petrolio e gas si mettono a repentaglio il paesaggio, il mare e settori vitali dell’economia come il turismo e la pesca: una politica energetica in aperta contraddizione con gli impegni presi in sede internazionale per salvaguardare il clima. Ma l’Italia non ci sta: e ben nove regioni si sono schierate contro il governo, in un conflitto senza precedenti, promuovendo un referendum. Nella prossima primavera gli italiani saranno chiamati a scegliere se puntare sulle trivelle sacrificando i nostri tesori ambientali, oppure chiedere un futuro diverso, pulito e rinnovabile. Il governo ha un’opportunità semplice per facilitare la partecipazione di tutti e risparmiare un’enorme quantità di denaro pubblico, stimabile tra i 350 e i 400 milioni: fissare un Election Day e così accorpare l’appuntamento referendario con il primo turno delle amministrative della prossima primavera. Ma Renzi sembra aver deciso il contrario. Per affossare il referendum e difendere le lobby fossili è disposto a sprecare centinaia di milioni di euro dei cittadini italiani. Diciamolo chiaramente: non si può fare. Firma per chiedere anche tu al premier Renzi e al ministro degli Interni Alfano di rispettare lo spirito democratico e non sperperare i nostri soldi. Firma anche tu per chiedere l’Election Day.