Save The Children, una tragedia a Calais: i minori non protetti

Disorganizzazione o cattiva volontà, dopo la demolizione della cosiddetta ‘giungla’ di Calais le autorità francesi continuano a lasciare in un limbo decine di adolescenti migranti. Ecco come descrive la situazione la portavoce di Save The Children Valentina Bollenback che si trova sul posto.”Quello che sta succedendo adesso a Calais è abbastanza tragico. Ieri sera c’erano come minimo venti e forse trenta minori non accompagnati che non sapevano dove andare. La “giungla” era andata in fiamme e non c’era più, i container, ovvero gli alloggi temporanei per i minori, erano pieni e la registrazione era stata terminata” spiega Bollenback.”Tre giorni di seguito, hanno chiuso la registrazione improvvisamente, abbastanza presto, dopo aver detto a tutti i minori della “giungla” di venire a registrarsi. Io ho conosciuto minori che avevano aspettato in fila per cinque, sei, anche sette ore per arrivare e scoprire che la registrazione era chiusa. E quindi non sapevano come fare. Secondo me si tratta di una grandissima mancanza di comunicazione e di organizzazione sia per i migranti che per le organizzazioni come Save the Children. C’è un fatto molto preoccupante: questi minori che si sentono abbandonati dal sistema e non protetti possono scappare e smarrirsi, come abbiamo visto in aprile quando la parte sud del campo è andata distrutta e sono scomparsi 129 minori”.”Questi non sono solo ragazzi che vorrebbero andare in Gran Bretagna. Sono minori con storie diverse; è difficile da dire perché ognuno ha la sua storia. L’importante è assicurargli che saranno protetti. Ora chiediamo alle autorità francesi che tutte le verifiche su questi minori siano fatte in modo trasparente e corretto, nell’interesse migliore del minore” conclude la portavoce di Save the Children.