Box Salute: “Metodo Ruffini” come curarsi con la candeggina

In questa puntata di “Box Salute” la conduttrice, giornalista Antonella Baronio insieme ai due ospiti davvero speciali il Dottore e Ricercatore Gilberto Ruffini e il figlio Paolo Alessandro Ruffini,  abbiamo conosciuto il “Metodo Ruffini“.

In particolare abbiamo visto come questo trattamento dermatologico a uso topico aiuta a curare patologie di pelle e mucose attraverso l’applicazione di ipoclorito di sodio (NaOCl), diluito in acqua in concentrazione compresa tra il 6 e il 12 per cento.

Promette di curare oltre cento malattie e disturbi di pelle e mucose spesso insidiosi e resistenti alle cure tradizionali. Dalle dermatiti alle micosi di pelle e unghie, dalla candida al papilloma virus, dalle ferite a infiammazioni, dall’herpes labiale al fuoco di Sant’Antonio, dal piede diabetico infetto alle temibili infezioni di Mrsa, dalle punture di vespe alle ustioni di meduse e scottature domestiche.

Il vero principio attivo del metodo è l’acido ipocloroso (HOCl), che si viene a formare per reazione quando l’ipoclorito di sodio entra in contatto con la membrana cellulare dell’agente patogeno. Come nell’assalto a una città fortificata, scinde i legami idrogeno di alcuni componenti della membrana o parete cellulare e, disgregate le mura di cinta, ha campo libero nell’affrontare le altre componenti del microrganismo, distruggendone perfino il DNA, senza lasciargli quindi la possibilità di riformarsi. È questo il processo con cui l’ipoclorito elimina virus, batteri, protozoi e funghi. I tempi di applicazione variano in base al tipo di tessuto e al tipo di struttura dell’agente patogeno.