Diminuire il numero dei vaccini previsti come obbligatori per l’iscrizione a scuola dagli attuali 12 a 10 – con l’antimeningite B e C che tornerebbero ad essere solo ‘raccomandati’ – e prevedere che l’obbligatorietà possa essere rivista dopo i primi tre anni dall’entrata in vigore della legge. E’ la proposta della presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia Grazie De Biasi, accolta dalla relatrice del decreto vaccini in forma di emendamento. Il decreto è attualmente all’esame della stessa commissione.
Un’idea, spiega De Biasi, “per rendere più flessibile il tema dell’obbligatorietà”. Le vaccinazioni obbligatorie per l’iscrizione a scuola, “rispetto a quanto previsto dal decreto recentemente approvato – spiega De Biasi – passerebbero, con l’emendamento presentato, da 12 a 10. I vaccini obbligatori restano i 6 già previsti come tali nell’esavalente, ovvero anti-poliomelitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse e anti-Haemophilus B. A questi, si aggiungono come obbligatori l’anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella, ma rivedibili dopo tre anni”.
Le vaccinazioni contro il meningococco B e C, previste dal decreto vaccini come obbligatorie, “ritornerebbero così ad essere ‘raccomandate'”. A spiegare la ratio della proposta è la stessa De Biasi:
“L’obiettivo – afferma – è rendere più flessibile il tema dell’obbligatorietà delle vaccinazioni. Secondo questo schema, le sei vaccinazioni già obbligatorie comprese nell’esavalente restano tali. A queste si aggiunge l’anti-morbillo: questa patologia rappresenta infatti un problema in Italia con oltre 3mila casi registrati quest’anno, la metà di quelli registrati a livello europeo, e sulla base di tale situazione di emergenza si rende appunto tale vaccinazione obbligatoria”. L’anti-morbillo, prosegue De Biasi, “si somministra in combinazione con anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella; anche tali vaccinazioni diventano dunque obbligatorie”. Per queste ultime 4 vaccinazioni però, chiarisce la senatrice, “l’emendamento prevede una rivalutazione dell’obbligo dopo i primi tre anni: si introduce cioè una verifica dopo tre anni dall’entrata in vigore della legge per accertare il livello di copertura vaccinale raggiunto. Se ottimale, per queste vaccinazioni l’obbligatorietà può essere sospesa”. Questo, sottolinea, “è un metodo che potrà servire ed essere utilizzato anche in futuro se si riscontrassero ulteriori e diverse esigenze epidemiologiche”.
Al contrario, “l’anti-meningite B e C tornano ad essere solo ‘raccomandate’. Questo perchè – afferma – non siamo in presenza di una situazione epidemica che richieda l’obbligatorietà di immunizzazione”. L’emendamento, “verrà messo in votazione martedì prossimo. Mi auguro – ha concluso la presidente della commissione Sanità – che l’intesa sia ampia e già ci sono molti consensi. Trovo che questo sia il metodo giusto”.