I.pesci si nutrono di plastica, ingannati dal suo odore: dunque, la plastica finisce nello stomaco dei pesci e da lì entra nella catena alimentare rischiando di arrivare sulle nostre tavole. Lo dice uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. In realtà, a ingannare i pesci non è la plastica in sé, ma la patina di alghe e altro materiale biologico che avvolge i detriti nel mare e che li fa profumare come cibo e che mettono in guardia sulle “considerevoli implicazioni per le catene alimentari acquatiche e forse per la salute umana”. In pratica, i microframmenti plastici, infatti, dopo essere stati in mare assumono, secondo le narici degli animali acquatici, il profumo del cibo. Tra le 50 specie di pesci che mangiano plastica, il team di ricercatori, capitanato da Matthew Savoca della Noaa, ha preso in esame l’acciuga. Ad alcuni banchi di acciughe è stato proposto sia un alimento classico – il krill, piccoli crostacei di cui si nutrono molte specie di pesci e uccelli acquatici – sia i frammenti di plastica. Nel dettaglio, gli esperti hanno sottoposto alle acciughe due tipi di plastica: una pulita e una che invece era stata in ammollo nell’oceano. Hanno così scoperto che le acciughe si nutrono solo delle microplastiche al “sapore di mare”, attratte dal loro odore.