Regole più stringenti sul livello corretto del colesterolo. Quello ‘cattivo’ (LDL) deve essere sempre più basso di 100 mg/dl o di 70 mg/dl per le persone ad alto rischio, contrariamente a quanto stabilito l’anno scorso dalla Società Europea di Cardiologia che aveva raccomandato di stare sotto i 100 solo per soggetti ad alto rischio. Lo ha comunicato oggi Alberico Catapano, professore ordinario all’Università di Milano, in occasione del XI Congresso annuale della Società Italiana di Terapia clinica e sperimentale (SITeCS)e del Congresso regionale lombardo della Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi (SISA).
“Contrariamente a quanto si credeva fino ad oggi – spiega Catapano – il colesterolo LDL può essere portato a livelli veramente bassi, soprattutto per chi ha un rischio cardiovascolare elevato: scendere a valori sotto i 50mg/dl porta a benefici cardiovascolari ulteriori senza alcun effetto avverso identificabile”.
Queste indicazioni sono state confermate anche da un ulteriore studio realizzato tra il 2013 e il 2015 su oltre 25mila soggetti e pubblicato su Lancet a fine agosto 2017. Ma non si tratta dell’unica novità relativa al colesterolo: quello ‘buono’ (HDL) sembra non serva aumentarlo.
“I risultati recenti di studi pubblicati sulle riviste scientifiche New England Journal of Medicine e Jama a fine agosto 2017 – precisa Catapano – concludono che l’HDL è un indicatore neutro, e aumentarlo non apporta reali benefici. I benefici fin qui identificati – spiega – derivano da osservazioni epidemiologiche che non tengono conto di altre variabili, quali ad esempio l’alimentazione corretta”.
Livelli elevati di colesterolo interessano oggi il 20% della popolazione italiana, 12 milioni di individui.