Ci sono voluti due anni di ricerca per poter sviluppare un metodo di stampa 3D per poter realizzare finalmente tendini e legamenti umani. In futuro questa tecnica permetterà di rendere più semplice la sostituzione di questi tessuti, evitando di prelevarli da altre parti del corpo e rendendo così gli interventi meno invasivi.
Descritta interamente sulla rivista Tissue Engineering Part C: Methods, la tecnica è stata messa a punto presso l’università americana dello Utah, sotto la guida di Robby Bowles e David Ede.
“Il metodo consentirà ai pazienti di ricevere tessuti sostitutivi senza doverli raccogliere da altre zone del corpo e senza quindi interventi chirurgici aggiuntivi”, ha spiegato ricercatore Bowles. Questo è un metodo innovativo che consiste nel prelevare cellule staminali dal grasso corporeo del paziente e stamparle su uno strato di idrogel per formare un tendine o un legamento. Il tessuto infatti viene posto in provetta dove completa il suo sviluppo; parliamo di un processo estremamente complesso, hanno spiegato i ricercatori, perché quel tipo di tessuto connettivo è costituito da cellule diverse in schemi complessi.
“Questa è una tecnica molto controllata per creare strutture di cellule organizzate in diversi modelli che non è possibile ottenere con tecnologie precedenti perché ci consente di posizionare in modo molto preciso le cellule dove le vogliamo” ha continuato Bowles.
Grazie alla collaborazione con l’azienda Carterra, che aveva già sviluppato una stampante 3D per tessuti biologici e che è stata modificata per l’occasione, si è potuto appunto raggiungere questo importante obbiettivo.
Per ora si tratta di una tecnologia progettata a fabbricare legamenti, tendini e dischi intervertebrali, ma potrebbe essere utilizzata anche per stampare altri tessuti e organi.