A quanto pare le imprese decidono sempre di più di affidarsi alla green economy. Infatti solo in Italia oltre 345 mila imprese, un quarto del totale, negli ultimi 5 anni hanno puntato sulla green economy.
E’ quanto emerge da GreenItaly 2018, il nono rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere che pesa la forza delle realtà che hanno investito o prevedono di farlo entro la fine del 2018 in prodotti e tecnologie verde per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di C02.
Imprese che risultano essere più competitive, esportando e assumendo di più. Un trend green in continua crescita, visto che solo quest’anno 207mila aziende hanno investito in sostenibilità o intendono farlo entro dicembre.
“Oggi un quarto delle nostre imprese parla il linguaggio della greeneconomy, che significa rispetto per l’ambiente, tutela del territorio e delle sue risorse”, ha commentato il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, nel constatare anno dopo anno la forza e i primati di questa Italia verde.
“Una scelta coraggiosa e vincente compiuta da una quota rilevante delle nostre imprese – ha detto il presidente di Symbola, Ermete Realacci – che negli anni bui della crisi è diventata una reazione di sistema, una sorta di missione produttiva indicata dal basso, spesso senza incentivi pubblici”.
Realacci ha poi voluto ricordare la leadership europea nelle performance ambientali raggiunta dalle imprese, che fa il paio con i primati internazionali nella competitività. L’Italia, con 307 tonnellate di materia prima per ogni milione di euro prodotto dalle imprese, è molto più efficiente della media Ue (455 tonnellate); è poi al secondo posto per consumi energetici per unità di prodotto, passando dalle 17,3 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro del 2008 a 14,2.
Bene anche sul fronte della riduzione delle emissioni in atmosfera e dei rifiuti, come anche per quanto riguarda l’economia circolare. A questo proposito, per ogni chilogrammo di risorsa consumata l’Italia genera, a parità di potere d’acquisto, 4 euro di Pil contro una media europea di 2,2 e valori tra 2,3 e 3,6 di tutte le altri grandi economie continentali.