Matrici fermentate, Mosca: riducono infezioni fino al 50%

Matrici fermentate, Mosca: riducono infezioni fino al 50%

La nutrizione nei primi anni di vita rappresenta un aspetto di primaria importanza nel favorire lo sviluppo del sistema immunitario e nel potenziarne le attività. Le matrici fermentate con microrganismi accuratamente selezionati costituiscono una promettente ed innovativa frontiera nel campo dell’alimentazione pediatrica. Il professor Fabio Mosca, direttore del reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico Mangiagalli di Milano, nonché presidente della Società Italiana di Neonatologia, è uno dei pionieri negli studi sulle matrici fermentate.

“Ci sono già delle evidenze solide sugli effetti delle matrici fermentate. Studi clinici realizzati anche con il contributo di grandi gruppi di ricerca italiani ai quali abbiamo partecipato anche noi, ne hanno studiato gli effetti su bambini tra uno e quattro anni di età: somministrando loro le matrici fermentate nel periodo invernale, è stata dimostrata una riduzione significativa e molto evidente del tasso di infezioni del tratto respiratorio e del tratto gastrointestinale. Parliamo di riduzioni del 40-50%.”

Quali risultati avete conseguito in Mangiagalli sullo studio di utilizzo delle matrici fermentate sui neonati da zero a tre mesi?

“Sull’onda dell’entusiasmo dello studio sui bambini fra uno e quattro anni abbiamo pensato di vedere gli effetti delle matrici anche nel neonato, poiché la loro proprietà principale è quella di immunomodulare il sistema immunitario. Quindi nel neonato, che parte un pò “depresso” dal punto di vista immunitario, potrebbe essere di grande utilità. Quindi abbiamo fatto questo studio in neonati sani a termine che non potevano prendere il latte materno e quindi avevano necessità di utilizzare un latte formulato. Li abbiamo studiati per tre mesi valutando gli effetti biologici delle matrici fermentate sul sistema immunitario. E abbiamo visto in questo caso che le matrici fermentate stimolano sia l’immunità innata sia l’immunità acquisita – misurata raccogliendo le feci di questi neonati – facendo, per esempio, aumentare le immunoglobuline A, che sono la prima difesa”.

State valutando anche gli effetti sulla riduzione della enterocolite necrotizzante nei nati pretermine?

“Sì, perché ovviamente si parte dagli studi preclinici e si arriva agli studi sull’animale e poi agli studi sui bambini e poi sui neonati. E adesso abbiamo incominciato uno studio sui neonati prematuri. La ricerca è stata finanziata dal Ministero della Salute: lo studio, multicentrico, coinvolgerà quattro terapie intensive italiane. L’obiettivo è vedere se alimentando i neonati prematuri con latte che contiene le matrici fermentate riduciamo l’incidenza delle infezioni, in particolare della sepsi neonatale che è una patologia molto grave che colpisce circa il 20 per cento dei bambini che nascono di peso inferiore di 1500 grammi”.

Possiamo quindi dire che si è aperta la nuova frontiera dell’immunonutrizione?

“Sì, lo possiamo dire. Con l’alimentazione è possibile modulare il sistema immunitario, riducendo lo stimolo infiammatorio e avendo quindi anche una azione di difesa, poichè abbiamo scoperto con chiarezza che viene stimolata sia l’immunità innata sia quella adattativa. Questo è uno scenario che apre poi la possibilità di utilizzare gli alimenti anche in altre patologie. Penso ad esempio alle allergie, cioè a tutte le patologie dove c’è uno squilibrio nel sistema immunitario. Le matrici fermentate potrebbero contribuire a riequilibrare un pò le cose”.