Scoperti i fusi orari del cervello
Anche il cervello ha i suoi ‘fusi orari’. Il ‘ticchettio’ dell’orologio biologico viene percepito in modo differente nelle diverse aree del cervello. Lo ha scoperto, studiando gli effetti della privazione del sonno in 33 individui sani, il gruppo dell’universita’ di Liegi guidato dall’italiano Vincenzo Muto, il cui lavoro e’ pubblicato sulla rivista Science.
Lo studio collega il peggioramento delle funzioni cognitive alla privazione del sonno, sostenendo che due degli orologi interni dell’organismo che scandiscono i ritmi biologici seguono due orari differenti.
Il ritmo circadiano, che regola i cicli di sonno e veglia, la pressione omeostatica del sonno, che stimola il bisogno di dormire, ‘ticchettano’ quindi in modo diverso nelle diverse aree del cervello. Per capirlo, il gruppo di Muto ha valutato le funzioni cognitive di giovani di 21 anni, che, dopo alcune notti di sonno, non hanno dormito per 42 ore e poi hanno fatto un sonno di recupero. Nella veglia li hanno sottoposti a test cognitivi e misurato la loro risposta cerebrale con risonanze magnetiche. Si e’ cosi’ visto che i test cognitivi peggioravano man mano che aumentava la privazione del sonno, con i tempi di reazione piu’ lenti registrati poco prima della fine del periodo di veglia.
I ricercatori hanno valutato anche l’interazione tra il ritmo circadiano e la pressione omeostatica del sonno nelle diverse aree del cervello tracciando la produzione di melatonina, l’ormone che aiuta il sonno. E’ stato cosi’ che hanno scoperto che ci sono delle variazioni nelle diverse aree del cervello sia nel ritmo circadiano che nella pressione omeostatica. I due orologi interni, insieme ai cicli di produzione della melatonina, agiscono sui risultati del cervello privato del sonno. “Questi risultati aiutano a capire come il cervello mantenga alcuni risultati nel giorno – commenta Derk-Jan Dijk, dell’Universita’ del Surrey – e perche’ molti sintomi psichiatrici aumentano e diminuiscono”.