Ci sono diversi gradi di servizi resi alla cittadinanza che classificano un ospedale. C’è il Pronto soccorso, poi ad un livello più alto c’è il Dea Dipartimento di emergenza e accettazione – di primo livello, e poi c’è il Dea di II livello, ossia un ospedale con una struttura dotata di reparti ad alta complessità e ad alta specializzazione. Cremona ha appena perso la possibilità di diventare un cosiddetto Dea di II livello, perché non può più rispondere ai requisiti necessari. Cio’ che emerge è che si tratta del risultato di una scelta precisa, che ha sacrificato la sanità cremonese, scelta che oggi viene a galla. Ce ne parla il dottor Pietro Cavalli, ex genetista del Maggiore, che lasciò l’ospedale nel 2019, insieme ad altri tre primari e 4 medici.