Cremona. Ci sono persone che perdono la vita e altre che restano ferite e devono magari affrontare un periodo di riabilitazione quando si parla di incidenti stradali ma, insieme al dramma delle perdite c’è un altro aspetto da considerare e che fa statistica, ossia i costi sociali degli schianti. E in questo la città di Cremona risulta essere la prima città lombarda 82 milioni di euro per 714 incidenti nel 2020. E’ stato il primo anno della pandemia, quello in cui la circolazione è stata ridotta e, in Italia, ci sono stati, in media, 324 incidenti al giorno, con 6 morti e 436 feriti. In Regione i morti sono stati complessivamente 317 e i feriti quasi 26mila e, nella sola provincia di Cremona, nell’intero anno di restrizioni gli incidenti sono stati 714, i feriti 985 e i decessi 22. Fra feriti, 43 pedoni e 144 i ciclisti. Nonostante non siamo le cifre peggiori in Lombardia per quanto riguarda gli incidenti, la città del Torrazzo risulta comunque prima in regione per il costo sociale pro capite dei sinistri, che ammonta a 232,43 euro annui por capite. questo significa che i danni non sono solamente in termini di vite umane perse, ma anche di risorse, perché per costi sociali derivati dagli incidenti si intendono principalmente i costi sanitari e la mancata produzione lavorativa e gli eventuali risarcimenti. I conteggi vengono fatti tenendo conto, in modo particolare, dei costi sanitari di primo intervento, dell’ospedalizzazione, della riabilitazione, ma anche dei rilievi delle forze dell’ordine e delle spese per i danni materiali. Non solo: a questi vanno aggiunti anche quelli per le spese processuali e per il risarcimento morale ai parenti delle vittime. Una realtà, quella dello studio elaborato da Aci e Polis Lombardia, che mette in evidenza come, quando si parla di incidenti stradali, siano comunque numerosi gli effetti negativi sui cittadini.