(Cr) Stoccaggio metano e 38 nuovi pozzi nel Cremasco

Cremona Preoccupa e fa discutere la decisione del Ministero per la Transizione Ecologica di autorizzare nuovi impianti di stoccaggio di gas sul Cremonese. In particolare, l’ipotesi riguarda la creazione di 38 nuovi pozzi con lo scopo di incrementare lo stoccaggio del gas nel Cremasco. All’origine della decisione c’è il potenziamento di fonti energetiche alternative a fronte dei rincari, ma è chiaro che in un territorio compromesso dal punto di vista ambientale come è il Cremonese, l’aumento dello stoccaggio non può che sollevare critiche e timori. A portare il caso in Regione, dopo aver scritto ai sindaci del territorio, è il consigliere Marco Degli Angeli del Movimento 5 Stelle. L’esponente pentastellato ha presentato un’interrogazione per ottenere – si legge nell’oggetto – informazioni sulla richiesta di sovrapressione dell’impianto di stoccaggio di gas nel comune di Sergnano e dell’autorizzazione di 38 nuovi pozzi nel territorio Cremasco. Nelle premesse Degli Angeli ricorda che l’esercizio degli impianti di stoccaggio comporta il rilascio in atmosfera di gas naturale. Il sito di Ripalta Cremasca perde l’uno per mille del gas movimentato, equivalente a circa 1,5 milioni di metri cubi/anno. Per l’impianto di Sergnano la perdita si attesta a circa 1,3 milioni di metri cubi/anno. Nell’interrogazione è ricordata anche l’indagine condotta nel 2021 dalla ONG statunitense Clean Air Task, che ha documentato le fuoriuscite di metano dagli impianti di petrolio e gas in tutta Europa. L’impianto di stoccaggio a Bordolano, emerge dall’indagine, è uno di questi e le analisi hanno rilevato massicce nuvole di metano provenienti dai camini. Non va scordato che le perdite non contengono solo metano, che rappresenta il 96% del gas naturale, ma anche idrocarburi come il benzene e gli xileni, sostanze tossiche e nocive. Ed ecco il punto chiave dell’interrogazione: in Lombardia è allocato il 40% della capacità nazionale di stoccaggio di gas naturale e sono presenti sei concessioni di stoccaggi di metano nel sottosuolo con siti attivi nei comuni cremonesi di Bordolano, Ripalta Cremasca, Sergnano. A questi si aggiungono quelli di Brugherio, Settala e Cornegliano Laudense. Al netto dell’inquinamento ambientale, inoltre, la strutturazione di un impianto di stoccaggio e la creazione di 38 nuovi pozzi potrebbe comportare rischi sismici non indifferenti. Di qui le domande poste da Degli Angeli finalizzate a sapere se la Regione ha intenzione di indire una conferenza dei servizi per pianificare le azioni inerenti l’impianto e il posizionamento dei pozzi. Degli Angeli chiede inoltre se la Regione ha programmato e individuato il dislocamento dei 38 nuovi pozzi e, nel caso, dove verrà stoccato il gas proveniente da questi. Tra le richieste, anche quella volta a chiarire se sia stata paventata la possibilità di ripristinare il vecchio giacimento Eni di Romanengo, attualmente in disuso.

Federico Centenari