Il “no” del Pirellone a pozzi per stoccaggio gas a Sergnano

Regione Lombardia, attraverso una lettera di richiesta di integrazioni indirizzata al Ministero dell’ambiente, boccia in modo netto il progetto presentato dalla Stogit per la costruzione di 38 nuovi pozzi per lo stoccaggio gas tra Sergnano e Ricengo. Per il Pirellone il progetto presenta molte lacune e tutte le richieste di integrazioni confermano le forti preoccupazioni e gli aspetti critici sollevati dal comitato di cittadini che nelle scorse settimane si era costituito per richiedere maggiore trasparenza e che da subito aveva espresso forte contrarietà al progetto. Tra i punti contestati dalla Direzione Generale Ambiente e Clima, la sottovalutazione dei rischi sismici, geologici, ambientali e sanitari. In particolare, dal punto di vista sanitario viene richiesta l’implementazione di uno studio sullo stato di salute della popolazione residente dei comuni interessati dall’opera di progetto a partire dai dati forniti dall’ATS Valpadana. A destare forte preoccupazione anche l’impatto ambientale: l’azienda dovrá infatti monitorare la prima falda per la fase di cantiere ed inoltre predisporre un nuovo studio di dispersione di tutti gli inquinanti considerati rispetto alla rosa dei venti. Regione chiede inoltre a Stogit di approfondire maggiormente il tema della sismicità indotta, completamente ignorata nella prima versione progettuale depositata. L’azienda dovrà fornire una valutazione della sismicità storica e delle sorgenti sismogenetiche presenti nell’area e nel suo intorno e predisporre una valutazione della vulnerabilità sismica degli impianti e delle strutture ad essi collegate.Ma non solo. Andrà inoltre implementato uno studio ad hoc su rumori, vibrazioni di cantiere e sull’impatto dei nuovi pozzi sulla biodiversità e sull’area agricola attraverso una quantificazione delle perdite delle funzioni ambientali svolte dal suolo che verrà definitivamente sottratto oltre. Tra le prescrizioni anche la ridefinizione del sistema irriguo, e la previsione di progetti di ripristino di fertilità ai suoli ad oggi impermeabilizzati. Singolare che anche il fatto che le numerose prescrizioni siano state fatte pervenire anche alla commissione Pniec/Pnrr, elemento che potrebbe forse aprire anche valutazioni sui veri obiettivi dell’opera, che come sostenuto dal comitato contrario ai nuovi pozzi, non sarebbe conforme agli obiettivi di transizione ed autonomia energetica, ma che al contrario avrebbe solo fini speculativi e di ritorno economico. Per Regione Lombardia il progetto è tutto da riscrivere e, in assenza di adeguate garanzie, le trivelle rimarranno ferme. Un grande risultato per quei cittadini che per primi avevano presentato osservazioni al Ministero e che di fatto si erano sostituiti ad una amministrazione comunale che aveva sottovalutato il grande impatto che questo nuovo progetto avrebbe avuto per un territorio già fortemente stressato dal punto di vista ambientale.

Marco Degli Angeli