Già a partire dal tardo pomeriggio di ieri sono stati molti i cittadini di Monticelli d’Ongina a segnalare al sindaco che nei campi intorno alle frazioni Olza e Nogarole erano in corso delle operazioni di spandimento di fanghi industriali, maleodoranti. Tutto ciò nonostante il divieto di questa pratica nei mesi di luglio e agosto nel comune della bassa piacentina. Da qui i sopralluoghi di questa mattina con amministrazione, tecnici di Arpae e polizia locale per le verifiche del caso. Il caso ha voluto poi che, sempre oggi, un trattore impegnato nell’attività, abbia perso il carico, proprio davanti al municipio. Il materiale dall’odore nauseabondo è stato prontamente ripulito dalla ditta da cui proviene ma il disagio è stato enorme. I fanghi industriali sono derivanti dalla depurazione delle fogne ed è permesso utilizzarlo come concime in agricoltura ma solo dopo averli sottoposti a trattamenti bio-chimici di decontaminazione e entro precisi limiti. Molto spesso, però, tutto ciò viene aggirato come è emerso dallo scandalo scoppiato a Brescia a maggio del 2021, che ha riguardato lo spandimento di fanghi tossici e gessi di defecazione su circa 3mila ettari di terreni agricoli nelle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna da parte dell’azienda Wte. Alcune intercettazioni telefoniche tra Antonio Maria Carucci, laureato in Scienze geologiche e a libro paga della Wte, al telefono con un contoterzista che spandeva i fanghi tossici nei campi della bassa bresciana, sono scioccanti: “Io ogni tanto ci penso eh… Chissà il bambino che mangia la pannocchia di mais cresciuta sui fanghi… Io sono stato consapevolmente un delinquente”. Questo è solo un esempio che dimostra la pericolosità di queste sostanze per la salute e per l’ambiente.