Cominciamo questo nostro viaggio alla scoperta di alcuni angoli del territorio lodigiano. Per primo vedremo un mulino chiamato Molinetto perché con una ruota piccola che si trova a Zelo Buon Persico denominato anche il Mulino delle Bufale, perché si allevano questi animali per la produzione di vari prodotti come mozzarelle, scamorza, yogurt, latte.
Mulini termine dal latino “molinum” ossia mola e in antichità funzionavano con la forza umana o animale. Poi andremo in una lanca chiamata «Il Mortone» nella frazione di Mignete, un antico alveo del fiume Adda ora paludoso dove venne rinvenuta nel 1977 una piroga primitiva costituita da un unico tronco d’albero datata al 500 D.C. Poi vi parlerò di Feronia che nella mitologia romana era una dea della natura, della fertilità, delle acque sorgive. Il lodigiano è una terra ricca d’acqua, di storia e di un antica tradizione rurale.
Oggi le sue acque sono utilizzate principalmente per l’irrigazione e per la produzione di energia. Un tempo questo territorio era costituito da boschi, foreste, paludi e venne nel tempo bonificato, trasformandolo in un paesaggio agricolo, con campi e filari di pioppi e gelsi con borghi medioevali, chiese, bellissimi castelli e cascine che per secoli sono stare il cuore della cultura contadina di questo territorio. Strabone geografo, storico e filosofo greco che visse in età augustea fu un grande studioso e la sua opera più nota pervenuta a noi è “Geografia” mentre l’altra “Storia Universale” è andata quasi totalmente perduta. Strabone descrive il territorio lombardo e lodigiano come una regione simile al Basso Egitto, caratterizzato da fiumi e paludi attraversato da canali e in parte navigabile.