Aria: Cremona è ancora la peggiore d’Italia

I dati diffusi dall’Agenzia Europea dell’Ambiente sono impietosi e preoccupanti: Cremona si conferma la città italiana con la peggior qualità dell’aria e terza in tutto il Continente. Non è certamente una novità ma questi numeri, 23,3 μg/m3 di Pm2.5, devono far scattare l’allarme e trovare soluzioni concrete per evitare conseguenze pesanti sulla salute dei cittadini, già notevolmente compromessa. Dopo Cremona si piazzano Vicenza, Padova, Venezia e Piacenza. Il documento, pubblicato lo scorso 29 agosto, classifica 372 centri urbani, con oltre 50mila abitanti, negli ultimi due anni solari, 2022 e 2023, in base ai livelli medi di particolato fine (Pm2.5), l’inquinante atmosferico con i maggiori impatti negativi. Queste particelle provengono principalmente dai combustibili solidi utilizzati per il riscaldamento domestico, le attività industriali e il trasporto stradale. A Cremona l’incidenza di tumori a mammella, pancreas e polmoni è il doppio rispetto alla media italiana secondo i dati ufficiali forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a confronto con quelli di ATS Val Padana. Secondo i recentissimi studi riportati dal senologo Alberto Bottini e dal medico genetista Pietro Cavalli il principale responsabile di questa tendenza è l’inquinamento, e in particolare l’altissima concentrazione di polveri sottili ed ultrasottili presenti nell’ambiente. Gli ultimi rilevamenti Arpa certificano come a Cremona, nel solo primo trimestre del 2024, si siano registrati per più di 35 giorni dei valori di polveri sottili superiori ai 50 microgrammi per metrocubo, un dato che eccede di ben 10 unità la soglia limite stabilita dall’Unione europea.