Box Salute: microbiota orale

Scoprite il microbiota orale e il ruolo sorprendente dello Streptococcus salivarius K12 con il ricercatore Francesco Di Pierro nella puntata di Box Salute. Approfondiremo come questo batterio ‘buono’ contrasti i patogeni, proteggendo la bocca da infezioni come tonsilliti e otiti contribuendo al delicato equilibrio microbico della cavità orale. Una trasmissione che svela il potenziale del microbiota nella prevenzione e riduzione dell’uso di antibiotici.

Uno Streptococco “buono”.

Nel microbiota orale il genere Streptococcus è dominante e, tra questi, le specie salivarius e pyogenes combattono tra loro per il dominio sui tessuti orali e della nicchia tonsillare. I salivarius non sono patogeni, i pyogenes si.

Lo Streptococcus salivarius più conosciuto al mondo è lo Streptococus salivarius K12, isolato circa 30 anni fa dalla bocca di un bambino neozelandese che, rispetto ai suoi coetanei, non si ammalava quasi mai di faringotonsilliti e otiti. Era il bambino numero 12 della scuola elementare di Kaikorai a Dunedin, in Nuova Zelanda e da qui deriva il nome di questo ceppo.

Studi in laboratorio indagarono le differenze rispetto agli altri streptococchi ed emerse che la presenza di questo ceppo limitava la crescita di altri batteri patogeni.

Lo Streptococcus salivarius K12, ha evidenziato una capacità pressoché unica: la produzione di batteriocine (Salivaricina A2 e Salivaricina B) che danneggiano e poi uccidono i batteri che disturbano la sua nicchia ecologica, come lo Streptococcus pyogenes.

La presenza di altri batteri a livello della bocca, come S. pyogenes, Moraxella catarrhalis, Haemophylus influenzae e S. pneumoniae, è stata associata alle principali patologie del cavo orale, come faringotonsilliti e otiti.

La terapia batterica o bioprotica

L’utilizzo di specie batteriche naturalmente presenti nell’organismo umano come potenziali fattori protettivi aiuta a combattere il nemico con le sue stesse armi, ovvero contrastare i batteri “cattivi” usando la potenza di altri batteri “buoni”.

È questa l’idea alla base della cosiddetta terapia batterica, o bioprotica.

La prospettiva è interessante, dato che potrebbe portare ad una riduzione dell’uso di farmaci (soprattutto antibiotici) per il trattamento di patologie frequenti, ed essere un potenziale vantaggio per contrastare l’antibiotico-resistenza, problema di grandissima attualità in tutto il mondo.

L’incontro approfondirà anche il legame tra disbiosi orale e problemi sistemici, come patologie cardiovascolari e malattie croniche, evidenziando il ruolo protettivo dei batteri simbiotici nel nostro organismo.