L’Arabia Saudita investe in energia solare, progetto da 200 mld

L’Arabia Saudita, primo esportatore di petrolio al mondo, investe in energia solare e qui, in questo laboratorio di Al Uyayna, villaggio vicino Ryad, alcuni ingegneri stanno testando la resistenza dei pannelli solari alle tempeste di sabbia. In Arabia Saudita le autorità hanno lanciato un programma ambizioso per differenziare le fonti di energia. Si tratta di un progetto da 200 miliardi di dollari, promosso in partenship con il gruppo giapponese SoftBank.

Il protocollo d’intesa, firmato il 27 marzo scorso dal principe saudita Mohammed ben Salman a New York, ha per obiettivo di generare fino a 200 gigawatt di energia fino al 2030, ovvero 100 volte la capacità del più grande progetto attuale.

Ma secondo il direttore del laboratorio solare all’Istituto di Scienze e Tecnologia ci sono tutti gli strumenti per mettere in pratica l’ambizioso programma: il sole, lo spazio e soprattutto la volontà. L’Arabia Saudita utilizza il petrolio e il gas naturale per rispondere alla domanda sempre più crescente di energia e per dissalare l’acqua, per un consumo pari a 3,4 milioni di barili al giorno. La scelta di investire sul solare è dettata da ragioni economiche, oltre che geopolitiche.

I paesi rivali dell’Arabia Saudita, l’Iran e il Qatar, possiedono infatti riserve di gas che il paese saudita non ha. È per questo che Ryad vuole investire adesso anche in fonti rinnovabili alternative.